Mi presento, mi chiamo Valentina e sono una ragazza di 25 anni che ha una grande passione per la sartoria e tutto ciò che lo circonda. Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei innamorata di questo mestiere...pensate che un tempo disprezzavo la figura della sarta.
Perché? Perché vedevo questa figura di poco valore nel mondo della moda, lasciata un po' in disparte dove nessuno gli dà tanta importanza. Poi incontrando una persona a me cara mi ha fatto ricredere su questo mio pensiero...
Fin da piccola ho sempre avuto la passione per il disegno e l'arte, finché arrivando alle superiori decisi di frequentare l'Istituto d'Arte a Perugia con indirizzo Moda. Nell'ultimo anno, insieme all'intera classe, partecipai ad uno stage aziendale con l'azienda tessile umbra di Brunello Cucinelli.
Ci era stato assegnato un progetto, ovvero creare un outfit autunno/inverno ispirandoci a quello che volevamo e in più dovevamo scegliere un capo dalla collezione da realizzare.
Fino ad allora non avevo mai cucito, anzi non sapevo neanche come si infilava una macchina da cucire!
Iniziai a cercare una sarta che mi potesse aiutare. Molte signore che incontrai non erano più in grado di insegnarmi il mestiere, chi per ragioni di salute o chi per problemi in famiglia ma c'era anche chi mi inventava delle scuse ridicole perché erano gelose del proprio lavoro.
Dopo varie ricerche, attraverso un amica di mia mamma, conobbi Ornella.
Ornella era una signora di 70 anni che stava ormai in pensione e aveva lavorato per tanti anni nella rinomata azienda tessile di Luisa Spagnoli come sarta. Quando la incontrai la prima volta vidi una signora con la felicità negli occhi nel vedere una ragazza giovane come me con la voglia d'imparare un mestiere cosi antico che piano piano stava andando scomparendo.
Gli spiegai in che cosa consisteva il progetto e gli feci vedere il capo che avevo deciso di realizzare: un cappotto interamente bianco dove sul davanti era riportato un ricamo, dove erano rappresentati dei rami di un albero, ispirandomi ai colori della natura in autunno. Ho dei ricordi bellissimi con lei. Passammo interi pomeriggi davanti alla macchina da cucire e io osservavo tutto ciò che faceva. Le sue mani che accarezzavano la stoffa, la sicurezza nel tagliare, l'intesa che c'era tra lei e la macchina da cucire, la sua attenzione nello stirare...e allora capii. Capii che la sarta era la figura più importante di tutti, più importante dello stilista che realizza il bozzetto del vestito, più importante del modellista che disegna, più importante della modella che sfila.
Capii che la sarta era una figura completa, sa disegnare, tagliare, cucire e perché no può fare anche da modella.
Da quel momento capii che quel mestiere sarebbe diventato il mio lavoro.
Ornella realizzò un cappotto meraviglioso (devo la maggior parte del lavoro a lei, visto che io ero alle prime armi).
Poco dopo ci fu un esposizione con tutti i capi che io e la mia classe avevamo realizzato a Solomeo (dove si trova l'azienda di Cucinelli) .
Io e Ornella eravamo così soddisfatte del lavoro che avevamo fatto.
Non mi dimenticherò mai il suo sorriso quando andai ad incontrarla qualche giorno dopo.
Senza saperlo ci eravamo fatte un regalo a vicenda: lei mi stava insegnando un mestiere bellissimo (con il tempo capii che non bastava solo la passione ma anche la pazienza, la determinazione, il non mollare davanti alle difficoltà e la perseveranza nel far venire una cucitura perfetta senza sbavature) e io gli stavo ricordando che nonostante l'età, la malattia con cui combatteva da tanti anni era ancora importante, gli stavo dando un motivo in più per vivere.
Molto spesso ci dimentichiamo di quanto sapere prezioso ci possono regalare le persone anziane.
Nel 2014, terminate le superiori iniziai a frequentare un corso triennale di taglio e cucito.
Nel frattempo cercai anche lavoro in qualche sartoria. Per qualche anno lavorai in una rinomata Camiceria-Sartoria da Uomo a Perugia, lì iniziai a conoscere la camicia e tutta la sua complessità nel realizzarla. Da come costruire il cartamodello seguendo le misure del cliente, dalla precisione del taglio, la difficoltà nel cucirla e la precisione nello stirarla e piegarla.
Qualche anno dopo andai a lavorare in una sartoria che faceva capi su misura e riparazioni e lì imparai una nuova cosa.
Come dico sempre alle persone ci vuole più tempo per riparare un capo piuttosto che farne uno da zero, questo perché la cucitura che si è strappata va ricreata come all'origine ma allo stesso tempo ti rendi conto come viene cucito un capo.
Mentre lavoravo mantenevo i rapporti con Ornella e spesso le facevo visita per mostrarle quello che realizzavo. La sua salute era diventata più delicata e non passavamo più quelle giornate davanti alla macchina da cucire.
Molti anni prima avevo inviato domanda per entrare nella Scuola dei Mestieri di Brunello Cucinelli. E' una scuola dove persone del settore che vengono direttamente dall'azienda omonima ti insegnano appunto i mestieri di una volta e tra questi c'è anche il cucito. La prima volta che mi arrivò la risposta alla mia domanda, rifiutai perché nella sartoria in cui lavoravo mi era stato promesso un posto stabile, la seconda volta che mi richiamarono accettai.
Era rimasto solo un posto, feci la selezione ed entrai.
Per me fu come un segno, dopo tanti anni mi ritrovavo nello stesso posto dove era iniziato tutto e questa volta ero molto più preparata rispetto a prima.
Passai 8 mesi indimenticabili, dove per la prima volta mi alzavo dal letto con il sorriso e con tanta voglia d'imparare. Si respirava un bell'ambiente e si creò una bella amicizia tra me e le altre tre colleghe e con l'insegnante. Ogni mattina andavamo a scuola e davanti alla macchina da cucire realizzavamo dei prototipi. A fine corso ci veniva richiesto di dare un esame per vedere quello che avevamo appreso in tutti quei mesi.
Una settimana prima dell'esame, Ornella se andò dopo aver combattuto per tanti anni con la malattia.
Mi crollò il mondo addosso. Feci l'esame, andò bene ma per parecchio tempo mi sentii demoralizzata perché se n'era andata l'unica persona che mi poteva dare un consiglio su quale strada prendere per il mio futuro.
Finito il corso sperai di essere assunta in azienda ma così non andò. Allora iniziai a mandare curriculum in giro, feci diversi colloqui in varie aziende e laboratori e in alcuni di essi ci lavorai per un periodo. Forse ero io che non ero dell'umore adatto, che non trovavo l'ambiente giusto, che non mi volevo accontentare o forse perché in ogni laboratorio che avevo visto lavoravano a catena fatto sta che non mi trovavo bene. Vedevo quelle donne dalla mattina alla sera davanti alla macchina da cucire sempre a testa bassa a cucire sempre con lo stesso capo per giorni...mi sembravano dei robot e non delle persone. Mi immaginai di essere una di loro e di lavorare cosi per sempre fino alla pensione, capii che non volevo passare la mia vita e il mio tempo in quel modo e che il lavoro a catena non faceva per me.
Sono una persona a cui piace creare cose sempre nuove, passare un giorno a realizzare un vestito e il giorno dopo una coperta per un neonato e il giorno dopo ancora a dipingere su una maglietta o a ricamare. Era questa la passione che mi aveva tramandato Ornella e non poteva andare sprecata lavorando a catena.
Mi ripeto sempre che se sono qui oggi a cucire, tagliare, disegnare, a creare questo sito web ma soprattutto a realizzare il sogno di creare una mia sartoria, lo devo solo ed esclusivamente ad Ornella e per questo la ringrazio ogni giorno. Spero anch'io di poter tramandare quello che mi è stato insegnato da lei.
Quindi penso di aver detto abbastanza di me e chi sono, spero che i miei lavori vi piacciano.
Buona visione!
"E' proprio quando si crede che tutto sia finito,
che tutto comincia."
Daniel Pennac